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🤖 L'AI allargherà il divario tra star e dipendenti comuni?
Filippo Lusini
17 ottobre 2025 • Estimated Reading Time: 7 minuti
Buongiorno! Questo è techy, lo spazio che ti aiuta a navigare la rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
📈 L'AI allargherà il divario tra star e dipendenti comuni?
🐁 Siamo riusciti a curare i topi dall’Alzheimer in 6 mesi
Ma prima…
🛒 Presto si potranno fare acquisti su Walmart tramite ChatGPT
Gli utenti potranno comprare quasi tutti i prodotti (tranne il fresco) direttamente nella chat AI. Per ora funziona solo per un articolo alla volta. Il titolo Walmart è salito del 5,2%. OpenAI intanto aggiunge anche Etsy e Shopify.
✍️ La scrittura basata sull'AI non ha ancora invaso il web
A novembre 2024 gli articoli AI hanno brevemente superato quelli umani online, ma ora sono circa pari. Nei risultati Google però l'86% degli articoli è scritto da umani, solo il 14% da AI.
% di articoli scritti da esseri umani o generati dall'AI
📈 L'AI allargherà il divario tra star e dipendenti comuni?
Fonte: WSJ
Contrariamente a quanto si pensa, l’AI non livellerà il campo di gioco in ambito aziendale ma (molto probabilmente) avvantaggerà soprattutto i top performer.
Secondo una ricerca di Matthew Call della Texas A&M University infatti, le "star" aziendali sanno già sfruttare meglio qualsiasi strumento tecnologico, e con l'AI il gap si amplifica ulteriormente.
I migliori dipendenti:
hanno più esperienza per fare domande precise all'AI
riconoscono quando sbaglia
e sperimentano senza paura
Lavorano in modo più sistematico e organizzato: esattamente ciò che serve per ottenere risultati migliori dall'AI.
E poi c’è il problema del riconoscimento.
Se un lavoro eccellente è fatto da una star, viene attribuito al suo talento; se lo fa un dipendente medio, si tende a pensare che sia merito dell'AI. Un doppio standard che penalizza chi ha già meno vantaggi.
Il rischio? Creare un sistema aziendale a due velocità, con tensioni crescenti e dipendenti sempre più demotivati.
Senza interventi mirati, l'AI rischia di trasformare il posto di lavoro in un ambiente dove pochi catturano tutte le opportunità e gli altri restano sempre più indietro.
Clicca direttamente sul sondaggio a metà per scoprire se hai indovinato 👇🏻
Quale immagine è stata generata dall'AI? |
🐁 Siamo riusciti a curare i topi dall’Alzheimer in 6 mesi
Fonte: The Telegraph
Scienziati spagnoli e cinesi hanno ottenuto risultati straordinari nella lotta all'Alzheimer: grazie a nanoparticelle iniettabili, sono riusciti a invertire la malattia nei topi.
Il trattamento ripristina la barriera emato-encefalica permettendole di eliminare le placche tossiche che bloccano la comunicazione tra neuroni.
La barriera emato-encefalica è un filtro che protegge il cervello bloccando sostanze dannose dal sangue, lasciando passare solo quelle utili.
I risultati sono sorprendenti: dopo solo un'ora dall'iniezione, queste placche nel cervello si riducono del 50-60%.
Un topo di 12 mesi (equivalente a un 68enne umano), dopo 6 mesi di cura, ha recuperato completamente le funzioni cognitive, comportandosi come un animale sano.
Di fatto, le nanoparticelle "ricordano" a questo filtro come funzionare correttamente, imitando una proteina naturale che riconosce le sostanze tossiche e le accompagna fuori dal cervello.
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